MAESTRE, testo di Giorgio Agnisola, Moviemento Aperto, Napoli 2018

 

 

 

Raffinata e colta, la ricerca artistica degli ultimi anni di Silvana Leonardi è rivolta ad esplorare il mondo femminile - i suoi volti, i suoi caratteri, le sue storie - con un’indagine che è anche un suggestivo luogo di rispecchiamento. L’artista, narrando, narra infatti anche di sé attraverso l’immagine, testimoniando una forte consapevolezza esistenziale ed intellettuale. D’altra parte la scelta di investigare, catalogare, raccontare, coniugando volti di donne che hanno segnato la storia contemporanea e inseguendole nella loro vicenda umana e spirituale, non è solo una fine operazione autonarrativa, ma testimonia l’apertura ad una ulteriorità di sensi e di senso, a cui l’artista aspira, costantemente.

Del resto il suo lavoro non ha un carattere analitico (anche se la ricerca è rigorosa, pensata, coltivata) ma muove da un sentire interno, esprime una condizione dell’anima esposta al fluire del tempo e dell’esistenza: un sentire sottilmente drammatico, e poetico, e partecipato, talora commovente. Leonardi, indaga, approfondisce, ma altresì cattura emozioni, registra intuizioni, si spinge sulla soglia del visibile, sembra essere continuamente in attesa e in ascolto. Soprattutto non tiene per sé ciò che coglie, ma punta ad un’avventura ricognitiva in cui lo spettatore può inoltrarsi, diventando esso stesso testimone e protagonista.

Ecco i cubi, in cui i volti , rappresentati su ogni lato, possono intrecciare le loro esistenze, ecco i “retablo”, che raccontano nel frammento l’incanto di sguardi ravvicinati , ecco le installazioni passate e presenti . Le sue “ finestre”, del 2014, rappresentate nel segno emblematico di un attraversamento, sono di fatto esempi di un duplice affaccio, sull’anima e sul mondo. I cui volti , chiusi nel segreto della loro storia, ci guardano al di là dei vetri o sul limite di una soglia. In realtà siamo noi al di là di quel vetro e di quella soglia.

Ciò si legge anche nelle opere recenti , tecniche miste su carta, in cui l’artista profila i visi di alcune personalità della cultura più e meno recente, emergenti da un fondo buio e impenetrabile. Essi si leggono non tanto nella loro realistica e riconoscibile fisionomia, quanto nel loro tratto interiore o almeno in ciò che l’artista percepisce e ci vuole restituire. Leonardi si rende conto, ritraendo, che solo fino ad un certo punto ha potere di penetrare il mistero dei volti rappresentati . Ed anche per questo chiama lo spettatore ad interagire. Il suo segno ricognitivo è difatti discreto, rispettoso, quasi timoroso. Ella punta al particolare, al tratto caratterizzante la figura, dentro ed oltre il dato realistico, anteponendo in superficie una sorta di trama segnica, quasi una velatura, che copre ma non deforma lo sguardo e che tuttavia separa lo spettatore dalla figura. Che, pure intensa, di fatto risulta inarrivabile, confinata in un suo tempo e in un suo spazio. Da cui pure comunica, trasmette l’anelito del suo spirito, conservando tuttavia il mistero.

Quello che in definitiva ci avvolge tutti , indistintamente.

 

Giorgio Agnisola