DAS GROSSE SPIEL, a cura di Anna Zanco Prestel, testi in catalogo di Alberto Dal Degan, Renato Nicolini, Claudio Strinati, Drissien Galerie, München, 2007

In questa mostra l’artista romana presenta l’installazione “Il Grande Gioco” e un ciclo di opere a muro dal titolo “Pubblicittà”

 

La narrazione a muro, quasi una strip, che costituisce il ciclo PUBBLICITTA’ e l’installazione Il Grande Gioco “guardate con la sensibilità dello spettatore cinematografico (come ormai tutti siamo), ci dimostra quanto il linguaggio del film abbia cambiato il nostro modo di vedere e di rappresentare, sostituendo alle regole intimamente gerarchiche della sintassi il principio del montaggio, con tutto quanto questo comporta in termini di gioco delle analogie e dei rimandi, del ruolo del secondo piano, del significato del dettaglio. Gli appassionati della bella pittura, i sacerdoti del realismo perduto, saranno certamente soddisfatti della capacità tecnica che Silvana Leonardi esibisce quasi senza parere, con elegante “sprezzatura” ; ma insieme sospinti oltre il riflesso conservatore - che ancora si ostina a ficcare a forza nella stessa categoria concettuale realtà e rappresentazione – dalla complessità del gioco proposto: un’installazione capace di misurarsi, senza auto confinarsi in un ruolo subalterno, con la società dello spettacolo in cui (malgrado Guy Debord) ormai viviamo, attraverso il gioco del montaggio e delle sue (infinite?) possibilità. “Renato Nicolini.   Perché in fondo sono “i giochi che strutturano il mondo”  (J. Kristeva). Quel microcosmo individuale che si ripresenta in una miriade di espressioni è, come suggerisce Ferdinand de Saussure, “una pedina mobile, ma in relazione con le altre, quello che interessa sono gli incroci tra le traiettorie”.

 

 

 

IL GRANDE GIOCO, a cura di Claudio Strinati, Galleria Biffi Arte, Piacenza, 21 marzo  26 aprile 2015

 

Installazione dimensione ambiente. Le figure dipinte sulle sei facce di ognuno dei 20 cubi in legno, ognuno di cm 20x20x20 e montato su supporto in ferro e perspex, come una sola moltitudine di soggetti individualmente multipli, creano una scultura modificabile ad libitum ispirata sia alla dottrina induista della puodarsità, sia alla teoria del caso e del gioco nella cultura occidentale - da Eraclito a Schopenhauer, da de Saussure alla Kristeva, sia all’opera di quegli autori che da Mozart fino a Cortàzar, attraversando Mallarmé e le avanguardie, hanno a vario titolo e con diversi esiti “giocato” con l’hasard.

Già presentato a Monaco nel contesto di una mostra più ampia, Il Grande Gioco chiede di potere essere guardato e interpretato non in un unico, ma in più modi. E’ stato disposto così, ma come nel gioco cui si ispira si sarebbe potuto variare all’infinito la disposizione degli elementi che lo costituiscono. Un video mostra tutti i volti dipinti e alcune delle possibili combinazioni cui l’installazione può dar luogo.